Comunità terapeutica a Breganze (VI).
Ca' delle Ore

FAQ

Gli utenti in prima persona rispondono alle domande più frequenti relative alla comunità terapeutica Ca’ delle Ore.
ragazzo seduto con vista panoramica di Breganze e dintorni da ca delle ore

Prima dell’ingresso vengono effettuati colloqui di valutazione rispetto alla motivazione della persona e alla possibile utilità che la comunità Ca' delle Ore potrebbe avere per lui. Vengono favorite visite in comunità di mezza giornata per dar modo al ragazzo di vivere la quotidianità e di conoscere i potenziali futuri compagni di percorso e viceversa.

È personalizzato, ma in media attorno all’anno e mezzo.

La comunità accoglie ragazzi maggiorenni, di sesso maschile senza alcuna discriminazione rispetto a etnia, religione e credo. I criteri che orientano all’accoglienza o meno sono esclusivamente di tipo professionale. Non tutte le comunità vanno bene per tutti. In comunità trovi persone che remano nella stessa direzione, si spronano, si incoraggiano e si confrontano a vicenda per crescere.

No. La comunità non accoglie persone in alternativa di pena.

In un primo momento la maggior tutela possibile può essere quella di ristabilire una routine semplice. In linea di massima il percorso terapeutico è suddiviso in varie fasi, da quella “residenziale” che si concretizza in una maggiore quotidianità all’interno della struttura, a quella più permeabile verso l’esterno che prevede una graduale entrata/uscita dalla comunità per sperimentare passioni e attività sportive o altro. Tempi e modalità sono in funzione degli obiettivi che insieme si sono definiti. Sono previste dopo breve tempo uscite in natura e passeggiate per poi passare a uscite vere e proprie in autonomia. L’apertura a nuove possibilità per la persona è parte fondamentale del percorso terapeutico. È infine prevista una fase detta di reinserimento che si diversifica in base agli obiettivi dell’utente, che possono essere la ricerca lavorativa o un ritorno graduale nel territorio d’origine.

No, sono previste attività strutturate quotidianamente che aiutano a scandire le giornate, in particolare attività psicocorporee e servizi per prendersi cura della casa. Parallelamente sono previste attività in base alla fase del percorso e agli obiettivi individuali. Possiamo dire che comunque dipende da te e l’allenamento è proprio quello di una responsabilizzazione individuale nello sfruttare al massimo ciò che propone la comunità. Ogni ragazzo è chiamato ad una partecipazione attiva e costante.

Entrare in comunità non significa essere isolati dal mondo. Questo è proprio ciò che non vogliamo accada. La comunità è un ambiente vivo dove si favoriscono quanti più scambi e interazioni anche con persone che la comunità non la vivono in maniera residenziale. È possibile inoltre avere contatti telefonici e visite periodiche con gli altri significativi, secondo un regolamento che segue un’ottica di tutela e rispetto al percorso.

Sì. Dopo un periodo iniziale di tre settimane, si potrà svolgere una chiamata settimanale in presenza dell’operatore. Dopo un mese circa dall’ingresso, invece, sarà possibile ricevere in visita i propri cari con cadenza bisettimanale.

Non è possibile utilizzare il telefono in modo libero durante il percorso terapeutico. L’obiettivo è favorire un distacco dalle influenze esterne e ridurre il rischio di contatti che potrebbero sollecitare comportamenti indesiderati. Questo aiuta a concentrarsi pienamente sul proprio processo di crescita, mettendo al centro il benessere e l'equilibrio interiore. Tuttavia, sono previsti momenti specifici per i contatti telefonici con familiari e persone significative, sempre regolamentati per rispettare il percorso terapeutico. In una fase successiva del percorso, se gli obiettivi concordati lo prevedono, l'uso del telefono potrà essere gradualmente introdotto.

Sì, dopo un breve periodo iniziale, verrà data la possibilità di effettuare due videochiamate a settimana e circa due visite mensili in struttura. È normalmente previsto anche un supporto terapeutico con un gruppo dedicato ai papà che ti aiuterà a capire come affrontare il percorso dal punto di vista genitoriale.

Cosa vuol dire preso peggio? Siamo tutti sulla stessa barca e non c’è distinzione rispetto alla sostanza utilizzata. Dobbiamo remare insieme e aiutare sempre chi ha un momento di difficoltà.

Al momento dell’ingresso viene effettuato un colloquio con lo psichiatra interno della comunità per concordare la terapia farmacologica. Durante il percorso viene anche valutato lo scalaggio. I farmaci vengono visti come un supporto, non come la soluzione.

La comunità è uno strumento, non la soluzione. Offre strumenti differenti alla sostanza per risolvere i nostri problemi, ma soprattutto ci fa riappropriare della libertà di poter scegliere.

Costruendolo… lo scoprirai!

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Comunità terapeutica residenziale a Breganze (VI).
Info: 0445 873216 segreteria@cadelleore.it

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